“MENS SANA IN CORPORE SANO”, illustrissima citazione di Giovenale, è ritenuta ancora oggi da molti sportivi come un assioma indiscutibile. La mente sta bene, se tutto il corpo sta bene. Un continuo esercizio fisico garantisce non solo la bellezza del corpo e una forma fisica invidiabile, ma anche un benessere psicologico. Infatti in Italia le persone ricorrono allo sport per scaricare la tensione e lo stress di lunghe giornate di lavoro, per dare colore alle loro vite sedentarie e monotone, e i ragazzi, trovano in esso una distrazione e svago contro quello studio quotidiano che li impegna. I ragazzi casertani da quello che vediamo sono tutti accomunati da un’unica passione, quella per il calcio, considerato un momento di ritrovo, di divertimento e di impegno, che si manifesta nel gridare l’aspettato “GOAL”. Spesso il calcio, che è uno sport di squadra, aiuta il ragazzo a crescere con dei valori fondamentali, fin da piccolo, come il lavoro di squadra, la fiducia verso il prossimo e il credere sempre in se stessi e nel compagno. E’ anche creatore di sogni e obiettivi. Quasi tutti i giovani calciatori aspirano ad essere campioni come Del Piero, Cannavaro, Totti e molti altri. Incitati da allenatori, e spesso anche dai genitori, sono caricati di cose che molte volte non riescono a realizzare, così tutto si trasforma in illusione e delusione. Iniziano a nascere dei problemi: alla passione e al gioco subentra la tensione del goal, il desiderio di prevalere, la paura di non raggiungere il successo. Tutto questo, di certo, non indica il benessere fisico e psicologico, e soprattutto il piacere di stare insieme che è proprio del calcio. I giovani calciatori sono sempre più, da questo sport, nei suo aspetti più negativi: l’emarginazione degli studi, la voglia di affermarsi, il motivo economico, la prevaricazione, ecc. I giovani sono disposti a compromettere anche la propria salute e l’equilibrio psicologico per fama e per soldi. Dovrebbero tener presente invece, i tre principi del calcio: divertirsi e giocare, allenarsi secondo i propri ritmi e possibilità ma sempre con impegno e costanza, non essere necessariamente campioni. Rincorrere un pallone non è bello, ma è stupenda la tenacia e l’energia che ci si impiega e la nostra gioia più della vittoria.