
Ci poniamo spesso una domanda: perché il calcio, che è lo sport più diffuso in Italia e che da tempo immemorabile fa parte della nostra vita, tanto che è diventato parte integrante del nostro essere italiani - c’è persino chi ha difficoltà a credere che possa esserci qualcuno a cui non piaccia - fa tanta difficoltà ad attecchire tra le donne?
Perché questo sport in altre realtà, europee ed extra-europee, ha una sua dignità e un suo seguito, ha un settore giovanile agguerrito e ben organizzato, ha visibilità a livello dei media, mentre in Italia tutto ciò non accade? Qui da noi si brancola tra tre categorie, A-B e C, che si riescono a mettere assieme con difficoltà, le bambine fino a 14 anni sono costrette a giocare coi maschietti, giornali e televisioni non si occupano mai di calcio femminile..
Spesso capita di imbattersi in squadre giovanili in cui milita qualche bambina con una passione commovente.
Sono bambine i cui genitori rispettano i loro desideri e che vengono coinvolti dal loro entusiasmo ma son bambine che, tuttavia, devono superare ostacoli che i loro compagni di squadra non conoscono: nelle trasferte quasi mai possono godere di uno spogliatoio tutto loro, quando va bene possono servirsi di quello dell’arbitro altrimenti il locale caldaia o il ripostiglio. Eppure spesso giocano meglio dei maschietti, con rabbia e puntiglio e con una vera gioia perché consapevoli di godere di un grande privilegio rispetto a quelle bambine a cui i genitori non permettono di giocare al pallone, perché è difficile da scardinare l’idea consolidata da sempre che per i maschietti il calcio è un diritto, per le bambine un optional, come una volta accadeva per la scuola, prima che la scuola diventasse un diritto per tutti.
Le donne hanno dovuto sempre lottare per affermare un loro sacrosanto diritto.
Eppure, ci chiediamo, negli altri sport fin dai 10 anni le bambine hanno una loro squadra, in cui possono affinare le loro capacità motorie, acquisire i fondamentali, avvicinarsi ad una specializzazione nel loro campo specifico, perché nel calcio ciò non è possibile?
A queste domande non crediamo di riuscire a dare risposte ma vi assicuriamo che il calcio giocato dalle donne, quelle poche che vi si avvicinano, è bellissimo e in queste poche righe cercheremo di spiegarvi il perché.
Il calcio delle donne è un calcio puro che ricorda quello giocato dai vari Piola, Meazza o Valentino Mazzola in ben altre stagioni del nostro sport nazionale, Pasolini lo direbbe un calcio di poesia o almeno di prosa poetica, alla Rivera per intendersi.
Eh si! Non inorridite maschietti che solo voi sapete tirare quattro calci al pallone! Che solo voi sapete parlare con competenza di calcio! Il calcio delle donne è un calcio puro perché loro lo praticano senza remunerazione, con la passione di chi crede in quello che fa, con la gioia di chi vede in un dribling riuscito o in un assist che va a segno la realizzazione di un sogno che non travalica il fine della vittoria. Il goal delle donne non ha televisioni che immortalano il momento, la maglietta non se la possono togliere, oltre che per i motivi ovvi che immagino vi farebbero sognare, anche perché non hanno sponsor da mostrare, e non sono attirate dai mille versi che calciatori famosi si sono inventati per esibire la loro falsa felicità, perché se la gioia è pura non ha bisogno di esibizione, è sufficiente un abbraccio per condividerla.
Persino i bambini, che pure riescono nella loro ingenuità, quando i papà li sanno rispettare, ancora ad interpretare una passione nel giusto modo, vengono travolti dal calcio “televisiero” riuscendo così bene a scimmiottare i grandi divi del pallone.
Loro no! Le donne non sanno cosa significa “aereoplanino Montella” o non potrebbero mai mettere le mani sui padiglioni auricolari per mostrare di ascoltare il boato di un pubblico che non c’è : e già… non c’è mai nessuno che vada a vedere una partita! Eppure loro continuano ad allenarsi con serietà, con abnegazione, due, tre volte la settimana, hanno sete di conoscere di più dello sport che hanno scelto, con umiltà e con allegria.
Parlando con gli uomini, addetti ai lavori e non, si percepisce subito una prevenzione neanche tanto nascosta: l’opinione più comune, un po’ preconcetta e razzistica, è quella che il gioco del calcio mal si adatta alla conformazione fisica della donna e che quindi, ed è questo l’elemento che più preoccupa l’uomo medio, questo sport ne avrebbe a soffrire se praticato da ragazze, per quanto addestrate fin da bambine ad esso.
E invece è un peccato che valutazioni preconcette non le facciano avvicinare al calcio sin da piccole perché farebbero di questo sport un vero spettacolo! Mamme legate a vecchi e antiquati pregiudizi pensano che il calcio renda le loro figlie mascoline ma non hanno mai pensato che le ragazze che fanno questo sport, come d’altra parte tutti gli sport, sembrano meno femminili perché hanno come idea prevalente la sana competizione e non sciocchi e superficiali stereotipi di cui la televisione offre squallidi e perenni modelli.

E poi le ragazze che praticano il calcio, che comunque e a dispetto di ogni aberrazione, continuiamo a considerare il più bel gioco del mondo, conservano le loro caratteristiche con orgoglio: sono carine, vanitose, permalose, gelose: sono solo donne che giocano al calcio, niente di più.
Ma allora perché tutta questa prevenzione da parte delle mamme?
Vien da pensare che, paradossalmente, il calcio femminile non riesce proprio a decollare per l’opposizione dei padri, preoccupati che il calcio venga inquinato da elementi non maschi e delle madri, preoccupate invece che le loro figlie vengano contaminate da atteggiamenti troppo maschili.
Come vedete, dunque, risposte certe non ve ne sappiamo dare… ma un sogno si! Vorremo poter vedere tante bambine sui campi di calcio che si affrontano tra loro, con le casacche colorate, i loro codini o le loro fasce sui capelli, con tante mamme che dagli spalti con orgoglio mostrino le prodezze delle loro figlie come fanno coi figli maschi, e tanti papà che da dietro la rete di protezione incitino le bambine a marcare meglio o a tirare in porta… se si arriva a desiderare questo pensate come deve essere difficile… il calcio delle donne. Speriamo infine che un giorno potremmo vedere tutte le nostre amiche, e tutte le ragazze che desiderano giocare a calcio, su un bel campo, magari con delle scarpette con dei bei TACCHI A SPILLO!!!